Locomotiva a vapore per servizio promiscuo 736.083

Locomotiva 736.083

Dati tecnici

Anno di costruzione 1943 Massa in servizio 73000 Kg
Costruttore American Locomotive Co.
Lima
Baldwin Locomotive Works
Massa aderente 63000Kg
Rodiggio 1-4-0 Velocità massima 70 Km/h
Lunghezza totale 18600 mm Pressione di esercizio 12 atm
Numero cilindri 2 esterni Potenza massima 1100 CV
Dimensione cilindri (alesaggio x corsa) (non disponibile) Sforzo di trazione massimo 14250 Kg
Distribuzione Walschaerts Diametro ruote motrici 1448 mm
Tender 4 assi, a carrelli Capacità d’acqua 22 m³
Freno Westinghouse Capacità di carbone 9,5 m³
Vapore surriscaldato e semplice espansione Riscaldamento a vapore

A chi apparteneva

Ferrovie dello Stato

Storia

Durante la Seconda Guerra Mondiale allo Stato Maggiore americano, al momento di progettare l’invasione dell’Europa, apparve molto chiaro che il corpo di spedizione alleato non avrebbe potuto sviluppare compiutamente il proprio potenziale senza il supporto di un’adeguata rete di trasporti, soprattutto ferroviari. Vi era perciò la necessità di disporre di locomotive che si adattassero, per rodiggio, carico assiale, sagoma limite e combustibile, a tutte le linee europee e del Nordafrica.

Pertanto l’U. S. Army Transportation Corp (un corpo che corrisponde al nostro odierno Servizio Trasporti e Materiali dell’Esercito) commissionò alla propria industria un considerevole numero di locomotive, che poi furono identificate dalla sigla S. 160. Costruite in oltre 2100 esemplari, e desitinate ad operare nelle più svariate condizioni climatiche, dall’Europa alla Cina, costituirono senza dubbio il più diffuso gruppo di locomotive al mondo.

Delle 250 unità destinate al nostro Paese (le prime delle quali furono sbarcate a Taranto nel gennaio del 1944), 244 riuscirono a giungere in porto; le restanti sei furono affondate con il mercantile che le trasportava. Successivamente vennero recuperate e fu possibile metterne in servizio quattro, portando il totale a 248.

Di esse, ben 240 erano configurate per l’alimentezione a nafta, mentre le rimanenti otto erano alimentate a carbone. Dopo la guerra confluirono nel parco FS, dove vennero immatricolate nel Gruppo 736.

Le S.160 rappresentarono un indispensabile aiuto per le nostre ferrovie non solo nel periodo bellico, ma soprattutto in quello immediatamente successivo. In quel periodo la rete europea, ed in particolar modo quella italiana, versava in condizioni disastrose: l’armamento era in condizioni precarie, vi era penuria di locomotive e materiale rotabile,danneggiati dagli eventi bellici, il combustibile (soprattutto carbone) scarseggiava. In tale situazione le 736 furono una vera e propria benedizione, e nel primo dopoguerra si accollarono gran parte dei servizi, letteralmente salvando le ferrovie nazionali.

Nonostante i grandi meriti, le 736 ebbero vita abbastanza breve, in Italia. Poichè la grande maggioranza delle unità di questo gruppo era alimentata a nafta, il loro utilizzo fu limitato allo stretto indospensabile, considerata la penuria e l’alto costo di questo combustibile: gli accantonamenti iniziarono già dalla seconda metà degli anni Cinquanta.

Molte unità vennero alienate, mentre diverse furono trasformate in generatori di vapore statici, destinati a riscaldare i nuovi complessi abitativi che stavano sorgendo alla periferie delle grandi città, sotto la spinta dei flussi migratori susseguenti il “boom economico” del Dopoguerra ed il corripondente sviluppo industriale.

Dove si trova

Ricoverata presso l’Officina di Torino Ponte Mosca

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