Treno merci con locomotiva FS 880.008

Un’immagine-simbolo, un luogo comune visivo nella mente degli appassionati di ferrovia. Abbiamo scelto questa famosa istantanea di Beppe Sinchetto per ritornare indietro nel tempo e rivivere l’atmosfera magica e crepuscolare dell’epoca dell’ultimo vapore regolare piemontese. Il Museo Ferroviario Piemontese è nato in quegli anni, proprio perché non andasse perduto, anzi potesse vivere ancora, questo mondo così diverso dalla ferrovia odierna.

La nascita del Museo Ferroviario Piemontese risale al 26 luglio 1978, quando la Legge Regionale 45 ne sancisce l’ufficiale debutto nel panorama museale piemontese, sotto forma di associazione di cui fanno parte la Regione, altri enti locali piemontesi, diversi istituti ed associazioni e privati cittadini.

Sin da subito si pone il problema di reperire una sede in cui collocare i primi pezzi della collezione, che si sta via via formando; inizialmente la SATTI permette di ricoverare i mezzi sul piazzale di Rivarolo Canavese, mentre per la locomotiva 422.009, che è funzionante, vengono concessi alcuni metri di binario della stazione di Torino Ponte Mosca.

Nel 1985 il Museo ottiene il permesso di utilizzare un capannone di questa stazione per la manutenzione dei propri mezzi: nel frattempo alla 422 si sono aggiunte anche la 880.045 e la 640.122, entrambe a vapore e funzionanti.

Negli anni Novanta emerge la prima concreta possibilità per il Museo di assicurarsi una sede in cui ricoverare ed esporre i rotabili che via via si stanno aggiungendo alla collezione. La città di Savigliano si propone infatti come città ospite, concedendo gratuitamente il terreno e garantendo attraverso banche ed enti locali un contributo economico alla prima fase della costruzione della sede espositiva.

Ma ci sono anche altri punti di forza. A savigliano, infatti, ha sede la fabbrica di treni nello stesso tempo più antica e più moderna del nostro Paese: costruisce veicoli ferriviari da oltre 150 anni e nei suoi stabilimenti vede oggi la luce il Pendolino, vanto dell’industria nazionale ed esportato in tutto il mondo.

Deposito di Cuneo, anno 1978

Deposito di Cuneo, con le locomotive a vapore 880.045, 880.008, 740.282. Oggi queste macchine fanno parte della collezione del Museo. 1978, anno di fondazione del MFP – Foto Beppe Sinchetto

L’area prescelta si trova poi tra le linee Torino-Savona e Savigliano-Saluzzo e consente un facile collegamento soprattutto a quest’ultima e, di conseguenza, alla rete piemontese. Questo in realtà è un requisito indispensabile, non tanto per il ricovero dei mezzi, che potrebbero per una volta essere carrellati (come successo per altri Musei), bensì per la caratteristica saliente del MFP: il mantenimento in attività di parte dei pezzi della collezione; la collocazione in Savigliano è ottimale, sotto questo aspetto.

L’area saviglianese, inoltre, è facilmente raggiungibile da Torino e dalla Livguroa: un servizio ferroviario cadenzato la collega al capoluogo piemontese  in circa 40 minuti, si trova vicina all’uscita autostradale di Marene ed a pochi chilometri dall’aeroporto di Cuneo Levaldigi.

E’ così che Il 6 agosto 1996 viene approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale la Legge 56 presentata dal consigliere Claudio Dutto; con essa la Regione finanzia la realizzazione della sede di Savigliano.

Il 29 maggio 1999 viene posata la prima pietra dell’edificio, e l’8 dicembre 2001 viene aperta al pubblico il primo lotto che comprende, oltre alla palazzina che raccchiude l’esposizione di cimeli, modelli e la biblioteca, la piattaforma girevole con la raggera di binari ad essa collegata e la stazione di arrivo e partenza dei treni storici.

Tra il 2004 ed il 2009 si sono aggiunte le prime tettoie di copertura della “rotonda” e per il futuro sono previsti un ampliamento del piazzale e la costruzione dell’officina per la manutenzione dei mezzi.