Dati tecnici
Anno di costruzione | 1936 | Massa in servizio | 20500 Kg |
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Costruttore | (Non disponibile) | Velocità massima | 100 Km/h |
Rodiggio | 2 | Posti a sedere | Detenuti: 42 in 7 celle Scorta: 9 + 8 strapuntini |
Lunghezza totale | 15290 mm | Riscaldamento | Elettrico FS non RIC |
Interperno | — | Illuminazione | A incandescenza |
Passo assi | 1000 mm | Freno | Westinghouse (valvola tripla) tipo viaggiatori |
Boccole | A strisciamento | Cilindro freno | 12″ |
A chi apparteneva
Ferrovie dello Stato
Storia
Da sempre la ferrovia trasporta ogni genere di persone e di merci; non deve dunque meravigliare che abbiano viaggiato in treno anche coloro che comunemente meno si pensa abbiano modo di viaggiare: i detenuti.
Per soddisfare le proprie necessità di spostamento dei carcerati (per trasferimenti, processi, ecc.), l’Amministrazione Penitenziaria ha fatto uso, fino a pochissimi anni fa, di specifiche carrozze allestite appositamente per il trasporto dei detenuti. Si tratta di particolari veicoli, concepiti per soddisfare le necessarie esigenze di sicurezza: sono dunque prive di qualsiasi comunicazione con il resto del treno, tutti i finestrini sono muniti di robuste inferriate, e – soprattutto – l’ambiente interno è suddiviso in una maniera del tutto insolita.
Nella parte centrale sono, infatti, state ricavate una serie di celle, che nella serie Kt 48400 potevano contenere fino a 42 detenuti, mentre nei tipi più grandi, a carrelli, era stato possibile ricavare anche alcune celle per donne e pure una cella con pareti imbottite – ufficialmente per detenuti epilettici.
Tutta la zona perimetrale, che quindi circonda interamente le celle, era adibita a cammino di ronda, per la sorveglianza e come spazio per il personale di scorta. Le vetture della serie Kt 48400 potevano ospitare fino a nove Carabinieri (cui spettava il servizio di traduzione dei detenuti sino all’istituzione del corpo di Polizia Penitenziaria) su seggiolini e panche, la cui leggera imbottitura fa sospettare essere stata applicata solo successivamente.
L’isolamento dal resto del treno, come si diceva, era totale: il personale ferroviario non aveva accesso all’interno. Perfino per il comando del riscaldamento esisteva un’apposita cassetta, manovrabile dal terrazzino d’ingresso. Anche le norme per la composizione dei treni erano rigorose: il cellulare doveva essere inserito subito dietro la locomotiva, oppure in coda, e comunque si doveva “evitare ai viaggiatori la vista dei detenuti, facendoli salire e discendere dal lato opposto a quello in cui si svolge il normale servizio o effettuando dette operazioni quando la stazione è sgombra” (da: Prefazione Generale dell’Orario di Servizio, ed. 1963).
Il servizio delle carrozze cellulari è cessato soltanto dopo il 1996, contestualmente all’acquisto da parte dell’Amministrazione penitenziaria di apposite automotrici opportunamente allestite.
Dove si trova
Esposta presso la sede di Savigliano