Dati tecnici
Anno di costruzione | 1918 | Massa in servizio | 66500 Kg |
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Costruttore | Breda | Massa aderente | 50400 Kg |
Rodiggio | 1-4-0 | Velocità massima | 65 Km/h |
Lunghezza totale | 19885 mm | Pressione di esercizio | 12 atm |
Numero cilindri | 2 esterni | Potenza massima | 980 CV |
Dimensione cilindri (alesaggio x corsa) | 540 x 700 mm | Sforzo di trazione massimo | 14700 Kg |
Distribuzione | Walschaerts | Diametro ruote motrici | 1370 mm |
Tender | 4 assi, a carrelli | Capacità d’acqua | 22 m³ |
Freno | Westinghouse | Capacità di carbone | 6000 Kg |
Vapore surriscaldato e semplice espansione |
A chi apparteneva
Ferrovie dello Stato
Storia
Le locomotive del gruppo 740, con ben 470 macchine consegnate, sono state le più numerose del parco FS, adatte sia al traffico merci, sia a treni passeggeri pesanti su linee di montagna. Come in molti altri casi di locomotive a vapore italiane, giunte ai giorni nostri in efficienza, le 740 sono la versione a vapore surriscaldato di una precedente macchina a vapore saturo e doppia espansione quasi identica, la 730, i cui esemplari sono stati tutti demoliti ben prima che vi fosse in Italia una coscienza storica dei mezzi ferroviari.
Le 740 non si distinguevano né per potenza (980 CV, contro i 1500 CV delle locomotive Gr. 480, sempre per treni merci), né certamente per velocità, con i loro 65 km/h: eppure, forse fu proprio questa “mediocrità” a renderle macchine versatili, capaci di trainare treni impegnativi sulle dure rampe delle valli alpine o dei valichi appenninici, così come interminabili convogli merci sulle linee secondarie di tutta Italia. Il carrello italiano garantiva a queste macchine la possibilità di circolare su linee tortuose senza limitare troppo la velocità; il carico assiale contenuto rendeva possibile il transito anche su armamenti modesti, mentre il tender di grande capacità dava loro una discreta autonomia. I risultati dell’esercizio con queste macchine convinsero i tecnici FS a tal punto, che quando si dovettero ordinare nuove locomotive all’industria statunitense (durante la Prima Guerra Mondiale) per via dell’impegno bellico dell’industria italiana, venne richiesto un tipo di locomotiva (gruppo 735) il cui progetto ricalcava a grandi linee proprio quello della 740.
Benvolute dal personale, le 740 videro confermata la bontà del progetto originario da una incredibile serie di modifiche e sperimentazioni atte a migliorare di volta in volta la distribuzione o il rendimento termico di una macchina a vapore già di per sé ben riuscita. Già nel 1920 alcune macchine furono consegnate con la distribuzione a valvole Caprotti, mentre altre vennero trasformate: esperimento che servì a mettere a punto questo dispositivo su molte macchine di altri gruppi, ma che ben presto fu abbandonato sulle 740. La modifica più interessante su queste locomotive fu invece l’adozione dei preriscaldatori Franco-Crosti, iniziata a fine anni ’30 e completata nei ’50, in due versioni differenti: dapprima con due preriscaldatori ai lati della caldaia (originando il gruppo 743), poi con un unico preriscaldatore sotto la caldaia (gruppo 741).
Non si contano le modifiche sperimentali per adattare forno e scappamento a diversi combustibili (vari tipi di carbone, a seconda della disponibilità nelle varie zone; lignite; combustione mista nafta-carbone; addirittura uno sfortunato esperimento di forno funzionante a metano).
Le 740, con le loro derivate 741 e 743, furono protagoniste indiscusse del vapore italiano fino agli anni ’70, su qualsiasi linea non elettrificata del Paese: nel 1975/76 le ultime 743 e 741 dovettero capitolare, mentre ancora le 740, meno potenti ma dalla manutenzione meno gravosa, svolgevano qualche sporadico servizio di manovra, di riserva o per l’abilitazione al vapore degli ingegneri FS. La 740.282, in particolare, ha trainato l’ultimo treno merci regolare a vapore in Piemonte, nel maggio 1976.
Si può dire che fino ad oggi il gruppo 740 non abbia mai terminato del tutto il servizio, perché negli stessi anni in cui le ultime macchine di questo gruppo lasciavano i servizi regolari, iniziava l’attività dei treni storico-rievocativi.
Dove si trova
Ricoverata presso le Officine Magliola di Santhià