Dati tecnici
Anno di costruzione | 1911 | Massa in servizio | 90200 Kg |
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Costruttore | Officine Hanomag | Massa aderente | 56800 Kg |
Rodiggio | 0-4-0 | Velocità massima | 50 Km/h |
Lunghezza totale | 16908 mm | Pressione di esercizio | 12 atm |
Numero cilindri | 2 esterni | Potenza massima | 1100 CV |
Dimensione cilindri (alesaggio x corsa) | 600×660 mm | Sforzo di trazione massimo | 16900 Kg |
Distribuzione | Walschaerts | Diametro ruote motrici | 1350 mm |
Tender | 4 assi, a carrelli | Capacità d’acqua | 16 m³ |
Freno | Westinghouse | Capacità di carbone | 5000 Kg |
Vapore surriscaldato e semplice espansione |
A chi apparteneva
Società Funivie Savona-San Giuseppe
Storia
Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale un gran numero di locomotive, provenienti prevalentemente dalle Ferrovie Reali Prussiane (KPEV) e dalle Ferrovie Statali Austriache, Südbhan in particolare, vennero cedute all’Italia in conto riparazioni danni di guerra.
Tra le 200 locomotive perventute dalle Ferrovie Prussiane vi furono 67 macchine del tipo G8, immatricolate dalle FS nel Gruppo 422.
Le 422, macchine semplici, robuste ed affidabili, vennero destinate ad alcuni depositi del Nord Italia, in particolare nel Veneto (Padova, Mestre, Vicenza); ma anche a Milano e Torino, specie negli ultimi anni di servizio, quando la maggior parte venne tuttavia assegnata a Parma. Oltre ai servizi di manovra pesante, queste locomotive si distinsero alla testa di treni merci, come ad esempio sulla Pontremolese, prima della elettrificazione di questa linea in corrente alternata trifase.
Le radiazioni cominciarono già nella seconda metà degli anni ’30 e vennero completate agli albori degli anni ’50. Due di esse tuttavia, la 422.009 e la 422.022, nel 1946 furono acquistate dalla Società delle Funivie Savona – San Giuseppe, per l’impiego nella manovra pesante dei carri nel parco – carbone dello stabilimento di Bragno e per le “tirate” sul raccordo che univa questo con la stazione di San Giuseppe di Cairo. Il loro impiego durò fino al 1973, quando vennero rimpiazzate da locomotive diesel.
Dopo alcuni anni in trascorsi in attesa delle demolizione, nel 1977 le due vaporiore furono acquistate dal Museo Ferroviario Piemontese, che proprio allora si stava costituendo, formando così i primissimi pezzi della collezione. Da allora, la 422.009 ha continuato a percorrere incessantemente i binari del Piemonte alla testa di numerosissimi treni storici.
Dove si trova
Esposta presso la sede di Savigliano