Locomotiva Diesel per treni rapidi D 461.1001

Locomotiva Diesel per treni rapidi D461.1001

Dati tecnici

Anno di costruzione 1961 Massa in servizio 96000 Kg
Costruttore Fiat, Savigliano
Alsthom, La Rochelle (F)
Massa aderente 96000 Kg
Rodiggio (C’0)-(C’0) Velocità massima 150 Km/h
Lunghezza totale 18940 mm Potenza massima 1200 CV (1000 CV dal 1966)
Motore 2 x Fiat-Daimler Benz Mb 820 Db Diametro ruote motrici 1040 mm
Cilindrata,
Disposizione
( 59200 cm3)
12 cilindri a V
Sforzo di trazione massimo 10000 Kg
Ciclo Diesel, iniezione diretta Interperno 10414 mm
Trasmissione Elettrica Alsthom Passo carrelli 3800 mm
Freno continuo automatico e moderabile

A chi apparteneva

Ferrovie dello Stato

Storia

Tra i prototipi di locomotive Diesel ordinati dalle FS tra la fine degli anni Cinquanta e l’inzio degli anni Sessanta del 1900, l’unico superstite è il D 461.1001 costruito dalla FIAT.

Montava due motori Diesel costruiti in Italia su licenza della tedesca Daimler e la tramssione, elettrica, era della francese Alsthom.

Il rodiggio inusuale, con carrelli a tre assi (unico caso in servizio regolare di linea sulla rete FS) equipaggiati con un motore elettrico per ciascun asse, con sospensione “per il naso”, rendeva questa macchina assai poco adatta all’armamento leggero delle linee secondarie; per questo motivo fu impiegata prevalentemente sulle linee Chivasso-Casale (pianeggiante e con poche curve) e Chivasso-Aosta (meno favorevole, ma gestita dall’Esercito, che la affidava sempre agli stessi macchinisti), tranne un breve periodo, nel 1966, sulla linea del Brennero durante i lavori per la conversione al sistema in corrente continua.

Durante una corsa prova fece registrare la velocità record di 160 km/h. Inoltre sperimentò alcune soluzioni importanti per le moderne locomotive Diesel da treno: del tutto innovativi erano infatti i carrelli con boccole ancorate al telaio tramite bracci oscillanti (quindi senza i tradizionali parasala) e la sospensione secondaria senza trave oscillante. Di nuova concezione era anche il telaio in posizione ribassata, con la parte centrale a struttura scatolata, che fungeva anche da serbatoio per il combustibile dei motori Diesel.

Come tutti i prototipi, sin dall’uscita dalla fabbrica ebbe una carriera costellata di inconvenienti. Il primo guasto grave si manifestò durante la trasferta a Bolzano, quando si ruppe una biella di un motore. Analoga avaria si verificò due anni più tardi a Torino Porta Susa.

Nel 1974 la fu sottoposta alla prima grande riparazione, che durò fino al 5 maggio del 1977. La corsa di prova fu fissata per il 9 maggio successivo, in testa al diretto 2135 Torino-Chivasso-Aosta. Il treno partì regolarmente da Torino Porta Nuova, ma dopo un percorso di soli due chilometri, in corrispondenza del Quadrivio Zappata, si ruppe una biella del motore numero 2, sfondando il monoblocco in due punti.

Riportata nel Deposito Locomotive di Torino, fu demotorizzata ed accantonata in attesa di demolizione fino ad anni recenti. Acquistata dal Museo Ferroviario Piemontese, nel 2009 è stata restaurata esteticamente ed ora è esposta nella rotonda della sede di Savigliano.

Dove si trova

Esposta presso la sede di Savigliano

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